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La milordarìa L'indiani
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER PORTOGALLO

     “Cuanno ho pportato er cuccomo ar caffè,
Mamma, llà un omo stava a ddì accusì:
Er Re der portogallo vò mmorì
Per un cristo c’ha ddato in grabbiolè.1

     Che vvò ddì, Mmamma? dite, eh? cche vvò ddì?
Li portogalli2 puro ciànno er Re?
Ma allora cuelli che mmagnamo cquì,
Indove l’hanno? dite, eh, Mamma? eh?„

     “Scema, ppiù ccreschi, e ppiù sei scema ppiù:
Er portogallo è un regno che sta llà,
Dove sce regna er Re che ddichi tu.

     Ebbé, sto regno tiè sto nome cquà,
Perchè in cuelli terreni de llaggiù
De portogalli sce ne sò a ccrepà„.3


Roma, 27 novembre 1832

  1. Veramente don Michele di Braganza si offese molto per una caduta di cocchio.
  2. Cedri, aranci.
  3. A crepapelle.

Note

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