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Sto Monno e cquell'antro Er portogallo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

LA MILORDARÌA

     Ecco perchè mm’ha ffatto un po’ la fessa1
La prima vorta che llei m’ha vveduto:
Ero vestito da bbaron futtuto2
Co la ggiacchetta che nnun zente messa.3

     Lasseme tu pperò cche mme sii messa
La camisciola nova de velluto:
Famme dà ’n’allisciata co’ lo sputo,
E ddoppo sentirai che ccallalessa!4

     Le femmine se sa cche ’gna ppijjalle5
Co cquer po’ de tantin de pulizzia;
E allora de turchine ecchele ggialle.

     Damme tempo a sta pasqua bbefania6
Che mme levi sti scenci da le spalle,
E vvederai che la pasciocca7 è mmia.


Roma, 27 novembre 1832

  1. La sguaiata.
  2. In vestito assai dimesso, anzi indecente.
  3. Abito da giorno feriale.
  4. Udirai che strepito di avvenimenti, o che colpo.
  5. Bisogna pigliarle.
  6. Pasqua Epifania. V. il sonetto...
  7. Bella donna e rotondetta.

Note

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