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La riliggione der tempo nostro La pietra de carne
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

ER PRETE DE LA CONTESSA

     Tra Vviterbo, Bbaggnaja, Vitorchiano,
Bbomarzo, Viggnanello e cquer contorno
Lei sce stiede du’ mesi,1 e ar zu’ ritorno
Portò a Rroma un pretoccolo tarpano.2

     Questo, p’er taffio3 e un pavoletto ar giorno
La serve da bbuffone e ccappellano,
E la diverte co’ le carte in mano
Da doppo colazzione a mmezzoggiorno.

     Ar tôcco4 in punto ha da passà in cappella,
Méttese5 la pianeta e stà aspettanno6
Er commido7 de lei su la pradella.8

     Pòi figuratte9 quann’è stato un’ora
Morennose10 de fame e sbavijjanno,
Le segrete c’affibbia11 a la siggnora.

13 ottobre 1835

  1. La padrona ci stette due mesi.
  2. Rustico, goffo.
  3. Per le cibarie.
  4. A differenza de’ Toscani, che pel tocco intendono l’un’ora pomeridiana, i Romani vogliono dire il primo tocco della campana di mezzodì, poichè non contano essi le ore che di 24 in 24, da una ad un’altra avemaria.
  5. Mettersi.
  6. Stare aspettando.
  7. Il comodo.
  8. Predella.
  9. Puoi figurarti.
  10. Morendosi.
  11. Che applica.

Note

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