Questo testo è incompleto.
Er tumurto L'udienza de li du' Scozzesi
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

ER PRIMO PECCATO CONTRO LO SPIRITOSSANTO

     Cari cristiani mii, de le tre mmute1
De peccati mortali cór pistello,2
Er più ppeccato prencipale è cquello
De la disperazzion de la salute.

     Spesso, in punto de morte, io ho vvidute
Animacce ppiù nnere d’un cappello
Aritirate su pper un capello
Ar momento llì llì dd’èsse futtute.3

     Nun c’è peggio assassino o sgrassatore,
Che nun possi abbrillà4 ccom’una stella
Pe’ la misericordia der Ziggnore.

     E un Beato Leonardo, p’er zu’ tanto
Disperà nne l’affar de Gammardella,
Nun ze poté ssarvà, bbello che ssanto.5

25 aprile 1834

  1. Le tre mute o classi de’ peccati attuali, che dan morte all’anima, cioè i peccati propriamente detti mortali, numero 7; quelli contro lo Spirito Santo, numero 6; quelli gridanti vendetta al cospetto di Dio, numero 4. In tutto: numero 17.
  2. Il mortaio dicendosi comunemente a Roma mortale, fa sì che spesso prendasi per vezzo l’una per l’altra significazione; e così per aumento di leggiadria vi si aggiunge talora la voce pestello, come quella che al mortaio da pestare appartiene.
  3. D’essere rovinate.
  4. Non possa brillare.
  5. Benchè santo. Vedi il sonetto [[../Li peccati mortali|Li peccati mortali]].

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.