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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
ER RIMEDIO DER C.... .1
Dìmoje2 marfrancese3 a sto fraggello
Oppuro scolazzione o ggomorrea,
Fatt’è ch’è stata una gran ladra idea
D’attossicacce4 un gusto accusì bbello.
Bbastassi5 ar meno quer che ffesce quello,6
C’avanti d’ingrufasse7 Dorotea,
Un giorno pijjò un po’ de vallonea,
Aggnéde8 a ccasa e sse conciò l’uscello.
Che nn’ariccorze?9 Un ber par de cojjoni.10
Co ttutta la su’ concia ariverita,
Sce11 s’empì de pulenta e dde tinconi.
Senza contacce12 poi trall’antri mali,
Ch’un omo co’ sta concia pe’ la vita,
Si13 ha mmojje, c’ha da fà? ffijji o stivali?
2 dicembre 1833
- ↑ Equivoco di rimedio da nulla.
- ↑ Diciamogli.
- ↑ Mal francese.
- ↑ D’attossicarci.
- ↑ Bastasse.
- ↑ Fece quello. Fu il marchese Giuseppe Origo, colonnello dei vigili per gli incendi.
- ↑ Ingrufarsi: di comprimere.
- ↑ Andò.
- ↑ Che ne raccolse.
- ↑ Un bel paio ecc.: nulla.
- ↑ Ci.
- ↑ Contarci.
- ↑ Se.
Note
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