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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
ER TEATRO VALLE
Io pe’ nnun perdeme,1 Anna de Pumpara,
La Spaccata, Chiafò, Ccuccio2 e Lluterio,
Annassimo a la Valle in piccionara,3
Che cc’è la meladramma e ’r seme-serio.4
È un certo Pugnatoschi5 che da Zzara6
Lo mannorno in esijjo in ner Zibberio:7
E cc’è un’Unghera8 c’è cche la pianara9
La porta a ggalla drent’a un cimiterio.
Uscì er Bazzarro10 de Moscovia poi
Che sse cibbò una sarva de fischietti,11
E li primi a ffischià ffussimo noi.
Ogni tanto però da li parchetti
Se sentiva a rripète un tibbidoi12
D’apprausi ar machinista13 e a Ddozzinetti.14
6 febbraio 1832
- ↑ Per non perdermi. Nominando sé per primi, i Romaneschi sogliono fare questa specie di protesta d’umiltà.
- ↑ Domenicuccio, Domenico.
- ↑ Ultimo ordine.
- ↑ Melodramma semiserio intitolato Gli Esiliati in Siberia, tratto da un romanzo di M.me Cottin.
- ↑ Il conte Potowskj Pugnatoschi, cioè “Poniatowski„, è nome cognitissimo in Roma, avendovi dimorato lungamente il principe Stanislao, nipote dell’ultimo Re di Polonia.
- ↑ Corruzione di Czar.
- ↑ Vedi la nota 4.
- ↑ La prima donna, Caterina Ungher.
- ↑ Un alluvione. Per migliore intelligenza converrebbe leggere il dramma.
- ↑ Vedi la nota 6.
- ↑ L’Imperatore de’ Russi fu veramente fischiato sotto la rappresentazione dell’ultima parte della compagnia.
- ↑ Uno strepito.
- ↑ Veramente la scena dell’orrido e la imitazione dell’uragano erano all’ultimo punto illusorie.
- ↑ Donizetti, il compositore della musica applauditissima.
Note
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