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La monizzione Li soffraggi
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

ER TEOLICO1

     V’appetterà er piovano ch’è ppeccato
De dì a uno: “Te pijji un accidente.„
Nun ce credete: nun è vvero ggnente:
Sò ttutte cacherìe2 der zor Curato.

     Che3 bbene je se4 fa ccór dì5 a la ggente:
“Pòzzi6 èsse7 santo, pòzzi avé un papato„?
Chi era sciorcinato8 è cciorcinato,
E oggni cosa arimàne istessamente.

     La vita nostra è in mano der Ziggnore;
E nnoi potémo dì cquer che cce cricca,9
Ché cquanno Iddio nun vo, ll’omo nun more.

     Se10 sente puro11 a dì a la ggente ricca:
“Siino impiccati„, e ddijjelo12 de core;
Ma un ricco, dite un po’, cchi vve l’impicca?

31 ottobre 1833

  1. Il teologo.
  2. Sono tutte invenzioni zelanti.
  3. Qual.
  4. Gli si.
  5. Col dire.
  6. Possa tu.
  7. Essere.
  8. Ciorcinato: misero.
  9. Ci va per la mente.
  10. Si.
  11. Pure.
  12. Dirglielo, per dirlelo.

Note

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