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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER TESTAMENTO DER PASQUALINO1
Torzetto l’ortolano a li Serpenti2
Prometteva oggni sempre ar zu’ curato
C’a la su’ morte j’averìa lassato
Cinquanta scudi e ccert’antri3 ingredienti.
Quanto, un ber giorno, lui casc’ammalato
E ccurreveno ggià cquinisci4 o vventi
Tra pparenti e pparenti de parenti
A mmostrajje5 un amore indemoniato.6
Ecchete7 che sse venne all’ojjo-santo;
E ’r curato je disse in ne l’ontallo:8
“Ricordateve, fijjo, de quer tanto...„
Torzetto allora uprì ddu’ lanternoni,9
E jj’arispose vispo com’un gallo:
“Oggne oggne,10 e nnu mme roppe11 li cojjoni.„
6 aprile 1834
- ↑ Pasqualino è chi si comunica la sola Pasqua.
- ↑ Contrada di Roma nel Rione Monti.
- ↑ Altri.
- ↑ Quindici.
- ↑ Mostrargli.
- ↑ Ardentissimo.
- ↑ Eccoti.
- ↑ Nell’ontarlo: nell’ugnerlo.
- ↑ Lanternoni, per “occhi spalancati.„
- ↑ Ungi, ungi.
- ↑ Non mi rompere.
Note
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