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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA RISPOSTA DE MONZIGGNORE.
Io je disse1 accusì: “Ccellenza mia,
So’2 ito a cchiede3 pane a ttanta ggente,
Che, ccreda in Gesucristo, propiamente
So’ ar punto de cascà in ne l’angonia.„4
E llui, quel’animaccia de Turchia,
Sai cosa fesce pe nnun damme5 ggnente?
Pijjò, ccane, er bellissimo spediente
De fàcce6 l’inquietato e ccurre7 via.
Eh, Cchecco mio? te la saressi cresa8
Una bbarbaria uguale de sta sorte?
Da un Prelato! A la porta d’una Cchiesa!
Sémo arrivati a un tempo, che la Corte
Der Vicario de Ddio se chiama offesa
Dar libberà un fratello da la morte!
6 aprile 1834
Note
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