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Er letto La regazza acciuffata
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

ER TORDO DE MONTESCITORIO

     Ecco propio er discorzo che mme tenne
Parola pe’ pparola er mi’ avocato.
“Pe rraggione, hehei! sce n’hai da venne,1
Ma er giudisce, che sserve?, nun c’è entrato.

     Monziggnore, fijjolo, nu l’intenne.2
Ma ssai che jj’ho ffatt’io? me sò appellato.
E sta’ cquieto, chè cquello che sse spenne3
T’ha dda èsse4 poi tutto aringretato.„5

     Cqua intanto sò ttre mmesi che sse squajja;6
E ssi ddura accusì, ttra un antro mese
Se finissce a ddormì ssopr’a la pajja.

     Brutti affaracci er méttese7 a st’imprese!
Si tt’incocci,8 pòi perde9 la bbattajja:
E, ssi tte stracchi, bbutti via le spese.


Roma, 18 febbraio 1833

  1. Vendere.
  2. Intende.
  3. Spende.
  4. Essere.
  5. Reintegrato, rimborsato.
  6. Si cava danari.
  7. Mettersi.
  8. Se ti ostini: se perseveri.
  9. Perdere.

Note

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