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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
ER TRIONFO DE LA RILIGGIONE
Cuer giorno che vvoleveno sti Cani1
Levà ar Zommo Pontescife lo scetro,
Lui pe’ mmette coraggio a li Romani
Fesce un giretto attorno de Sampietro.
Che vvôi vede sartà li bborghisciani2
Sur cel der carrozzone, e avanti, e ddietro!,
E ppe’ rreliquia da bboni cristiani
Staccajje ggiù ll’ottoni come vvetro!
Er Maggiordomo fesce3 a Ppidocchietto4
Che ddiede un bascio ar Papa: “Eh galantomo,
Cuer culo a lo sportello è un po’ ttroppetto„.
E Ppidocchio, co’ ttutto5 er pavonazzo,
Disse in cuer tuppetuppe ar Maggiordomo:
“Zitto llì vvoi che nun capite un cazzo„.
27 gennaio 1832
- ↑ I liberali, o rivoltosi come si chiamano.
- ↑ Abitanti di Borgo, presso il Vaticano.
- ↑ Fece, cioè: “disse„.
- ↑ Distinto borghigiano.
- ↑ Non ostante l’abito, ecc.
Note
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