Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Nun zempre ride la mojje der ladro | Venti dì ttrent'otto mijja, è un cojjon chi sse ne pijja | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
ER VIAGGIO1 DE LORETO
Ito che ffui co’ tté a la Nunziatella,2
Agnéde a vvisità la Santacasa,
Pe’ strufinà ne la sagra scudella,3
4Sta coroncina d’ossi de scerasa.4
De fede è cche per aria sii rimasa,5
Ma ggnisuno c’è degno de vedella;
E un anno ’na Reggina ficcanasa6
8Ce perze l’occhi; si cche ccosa bbella!
Bè, llì a Maria Santissima, in ner mentre
Disse: E cciancilla Dommine, er Ziggnore
11Je mannò ne la panza fruttusventre.
Eh? cche ttibbi7 de casa in cuella Cchiesa!
Oh vvà che sse trovassi un muratore,
14Da fanne un’antra pe’ cquant’oro pesa!
Terni, 9 ottobre 1831
- ↑ [Il via di viaggio e de' suoi derivati forma sempre in romanesco una sillaba sola: vià, non vïa.]
- ↑ Chiesa suburbana, dove in dato tempo dell’anno corre il popolo divoto a gozzovigliare.
- ↑ Nella Santa Casa di Loreto si conserva e mostra la vera vera scodella in cui mangiava il pancotto N. S. G. — Su di essa i pii pellegrini fregano le loro corone, le quali ipso-fucto rimangono benedette e operatrici di portenti anche meteorologici.
- ↑ [Di nòccioli di ciliegia.]
- ↑ Pretendevasi, ma in oggi que’ buon preti van più a rilento nel sostenerlo, che quella sagra Casa fosse sospesa in aria come la cassa di Maometto, e che in prova di ciò poteva passarlesi per di sotto un nastro. Una dama però che accettò l’esperimento, rimase cieca miracolosamente, prima della consumazione dell’atto. Bel testimonio è venuto a mancare! È da leggersi un’opera di un Vescovo Lauretano sulla nostralità de’ materiali betlemici onde è costrutta quella volante. [I miei amici marchigiani G. Cecconi e A. Cerquetti mi assicurano: che quest’opPera circolò manoscritta soltanto; che oggi non è più reperibile, e che autore non ne fu un vescovo di Loreto, ma di Osimo, e precisamente monsignor Pompeo Compagnoni il giovine, nato a Macerata l’11 marzo 1693, andato vescovo in Osimo il 7 novembre 1740, e morto sul finire di luglio del 1774]
- ↑ Curiosa.
- ↑ Che toeco!che specie solenne.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.