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Er matto da capo Er Ziggnore, o vvolemo dì: Iddio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

ER VINO

 
     Er vino è ssempre vino, Lutucarda:
Indove vôi trovà ppiù mmejjo cosa?
Ma gguarda cquì ssi cche ccolore!, guarda!
Nun pare un’ambra? senza un fir de posa!
              
     Questo t’aridà fforza, t’ariscarda,
Te fa vvienì la vojja d’esse sposa:
E vva’,1 si mmaggni ’na quajja-lommarda,2
Un goccetto e arifai bbocc’odorosa.
              
     È bbono asciutto, dorce, tonnarello,
Solo e ccor pane in zuppa, e, ssi è ssincero,
Te se confà a lo stommico e ar ciarvello.
              
     È bbono bbianco, è bbono rosso e nnero;
De Ggenzano, d’Orvieto e Vviggnanello:
Ma l’este-este3 è
=== no match ===
Un paradiso vero!


Terni, 3 ottobre 1831 - De Pepp’er tosto

  1. E ve’, e vedi.
  2. Sterco.
  3. Celebre è la storia dell’est est est di Montefiascone.

Note

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