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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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CLVIII
Novella facetissima del cuoco Giannino.
Giannino, cuoco di Baronto Pistoiese, che aveva fatto il cuoco anche a Venezia, narrò al pranzo dei segretari una novella molto faceta. Fuvvi una volta un Veneziano sciocco che fu offeso da un’ingiuria, e desiderava di avere dei figliuoli che glie la avessero vendicata. Ma la moglie era sterile ed egli pregò un amico, che diceva di essere assai abile artefice per procrear figliuoli perchè gli facesse questo favore. E l’amico pose ogni sua cura per far le parti del marito. Un giorno che questi, per non disturbar la grande opera, l’aveva lasciato a lavorare il campo, e passeggiava per la città, incontrò il nemico suo ancor più minaccioso dell’usato: “Oh! oh! disse il nostro uomo, taci tu, stolto; chè non sai ciò che contro di te si faccia in mia casa; e se tu lo sapessi, freneresti le tue minaccie e penseresti a te stesso. Si fa, sappilo dunque, si fa quello che farà poi le mie vendette.”