< Facezie (Poggio Bracciolini)
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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
XXIII. Di un amico mio che si affliggeva che molti gli andassero innanzi ch’erano a lui inferiori per probità e per dottrina
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XXIII

Di un amico mio che si affliggeva

che molti gli andassero innanzi ch’erano a lui

inferiori per probità e per dottrina.


Nella Curia Romana domina quasi sempre la fortuna e rarissime volte solo vi trovano posto l’ingegno e la virtù; ma tutto si ha per ambizione o per intrigo, senza parlar del denaro, che in vero pare aver dominio su tutto il mondo. Un mio amico, che si affliggeva che molti gli andassero avanti ch’erano a lui inferiori per probità e per dottrina, si lamentava con Angelotto Cardinale di San Marco, di non avere nessuna ricompensa della sua virtù e di vedersi posposto a chi non gli arrivava in nessuna cosa. E parlò degli studi che avea fatti e delle fatiche spese a studiare. Allora il Cardinale, sempre pronto a sferzare i vizi della Curia: “La vostra scienza e la vostra dottrina, gli disse, non giovano a niente, e se volete essere ben accetto al Pontefice, disimparate ciò che sapete e apprendete i vizi che ignorate.”

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