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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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CCXXXVII
Di un tintore inglese
che ebbe un’avventura meravigliosa colla moglie.
Quando io era in Inghilterra, accadde ad un tintore una cosa molto da ridere e che merita di trovar luogo qui. Questi aveva moglie e in casa aveva molti garzoni e serve, e sopra unaFonte/commento: ed. 1884 e 1885 di costoro gittò gli occhi che più delle altre pareva bella; egli più volte le chiese di venir seco, ed essa alla padrona riferì ogni cosa, e per consiglio di questa accondiscese. Nel giorno e nell’ora stabilita la padrona andò invece dell’ancella nel luogo segreto ed oscuro; e l’uomo venne e compì l’opera sua, non dubitando ch’ella fosse la moglie; e quando ebbe finito ed uscì, narrò la cosa ad uno de’ suoi giovini, dicendogli, che se voleva, poteva anch’egli servirsi della ragazza. E quegli vi andò, e la moglie che lo credette
il marito lo prese senza dir verbo; e dopo quello andò un terzo, e la donna, sempre credendo che fosse il marito, si assoggettò per la terza volta al sacrifizio. Quando finalmente potè, uscì la donna di nascosto dal luogo e alla notte rimproverò il marito, che verso di lei si mostrava così tranquillo e colla serva tanto acceso da ripetere per tre volte in un giorno seco la stessa cosa. E il marito fe’ finta di non saperne e del suo errore e del peccato della moglie, del quale egli era stata la causa.