< Facezie (Poggio Bracciolini)
Questo testo è stato riletto e controllato.
Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
XXXIX. Risposta dello stesso Minaccio
38 40

XXXIX

Risposta dello stesso Minaccio.


Lo stesso Minaccio, che era assai povero, avendo un giorno al giuoco dei dadi perduto qualche moneta e la veste, si era seduto piangendo alla porta di non so qual taverna. E un amico che lo vide in lacrime: “Che cosa hai, tu che piangi?” gli chiese. E Minaccio: “Niente,” rispose. “Perchè dunque piangi, se non hai niente?” “Per questo soltanto, che non ho niente.” E l’altro meravigliato: “Ma perchè, se non hai niente, piangi?” “Appunto per questa ragione, rispose, che io niente posseggo.” Quello credeva che egli piangesse per una causa da niente; questo piangeva perchè niente gli era rimasto dal giuoco.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.