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Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi
II
Rappresenta ad un compagno di parte l’arrabbiato antighibellinismo
di un avversario politico.
Fastel messer, fastidio de la cazza,
dibassa i ghebellini a dismisura,
e tutto il giorno arringa in su la piazza
e dice che gli tiene una ventura.
E, chi ’l contende, nel viso gli sprazza
velen, che v’è mischiato altra sozzura;
e si la notte come ’l di schiamazza:
— Ci menovasse or Dio quella sciagura! —
Ond’io ’l ti fo saper, dinanzi assai
ch’a man vegni de’ tuo’ nemici guelfi,
s’è temp’e se vendetta non ne fai.
Ma tu n’avrai merzé, quando il vedrai!
Fammi cotanto: togligli Montelfi;
cosí di duol morir tosto il vedrai.
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