< Faust < Parte prima
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Johann Wolfgang von Goethe - Faust (1808)
Traduzione dal tedesco di Giovita Scalvini, Giuseppe Gazzino (1835-1837)
Passeggio
Parte prima - Sera. Una pulita cameretta Parte prima - La casa della vicina

Faust va e viene pensieroso.

Mefistofele fassegli innanzi.


Mefistofele. Per l'amore ributtato! Per gli elementi infernali! Oh, sapessi io qualche più terribile imprecazione!

Faust. Che hai tu? qual dolore ti morde? Ch'io non ho mai veduto simil ceffo a' miei dì.

Mefistofele. Io mi vorrei dar subito al diavolo se non fossi quell'io.

Faust. Sei tu fuor di cervello? Sta bene a te di entrare in bestia così, simile a un imperversato!

Mefistofele. Pensa un po' tu, che quelle belle dorerie provvedute per Ghita son andate in bocca a un prete. Sua madre ebbe, io non so come, a por gli occhi sovr'esse, e subito si sentì tutta rimescolare. La è una buona donna che ha buonissimo naso, poiché l'ha sempre penzolone sul libro delle orazioni. Ella si fece ad annasare ad uno ad uno i giojelli per discernere se fosser cosa sacra o cosa profana, e sentì chiaro all'odore che non portavano con sé gran benedizione. Figliuola, diss'ella, la roba di mal acquisto avviluppa l'anima e contamina il sangue. Consacreremo ogni cosa alla Madre del Signore che ne ristorerà con la manna celeste. La Ghituccia arricciò il naso, e diceva a mezza bocca: Egli è un caval donato; e certamente non dee essere un nemico di Dio chi fa di sì bei regali. La madre mandò per un prete, il quale, intesa quella storiella, e vedute le gioje, disse: Ben pensato, buone donne; chi si astiene guadagna.

Così detto intascò fermagli e collana e anelle e ogni cosa, giusto come fossero state bazzecole; e non ringraziò più o meno di quel che avrebbe fatto d'un cestello pieno di noci. Il cielo ve ne renda il merito, disse ed esse ne rimasero grandemente edificate.

Faust. E Ghita?

Mefistofele. Ghita è tutta sturbata; né sa che si faccia o si voglia. Pensa dì e notte a' giojelli; e più assai a chi li ha recati.

Faust. Il travaglio di quella poveretta mi passa il cuore. Va tosto, e procurale nuovi ornamenti, e più ricchi, che quei primi, vedi, erano dozzinali.

Mefistofele. Oh, sì certo! tutto è balocco da fanciulli per un tanto signore.

Faust. Va, va; fa quel ch'io ti dico. Mettiti attorno alla vicina; cacciatale in casa; non essere un diavolo di stucco, e reca nuovi regali.

Mefistofele. Sì, magnifico signore, di tutto l'animo. (Faust parte.) Un pazzo innamorato come costui farebbe volare in aria a modo di razzi e sole e luna e tutte le stelle per dolce trastullo della sua diva.

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