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Libro quarto - Capitolo 156
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Fatti i sacrificii e presi i cibi, l’amiraglio chiama in una camera Filocolo e’ suoi compagni, e quivi con molte parole esprime l’effettuoso amore che a Filocolo, come a caro parente, porta. Ultimamente il dimanda se suo intendimento è per vera sposa Biancifiore tenere. A cui Filocolo risponde sé mai altro non avere disiderato che Biancifiore per isposa: la quale poi che gl’iddii conceduta gliel hanno, mentre l’anima col corpo sarà congiunta, altra che lei avere non intende. L’amiraglio, che più per contentarlo che per riprenderlo dimorava, loda il suo piacere, e dice: - Non è convenevole cosa che sì alta congiunzione furtivamente sia stata fatta: e però, quando di voi piacere sia, narrando prima a’ nostri suggetti la tua grandezza, i quali forse si maravigliano dell’onore ch’io ti fo, in cospetto di loro la sposerai, e con quella festa che a tante sponsalizie si conviene, lietamente le nozze celebreremo -.

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