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Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
XLVII
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XLVII
L’Amante e Amico.
Ragion si parte, quand’ella m’intese,
sanza piú tener meco parlamento,
ché trovar non potea nullo argomento
4di trarmi del laccio in ch’Amor mi prese.
Allor sí mi rimisi a le difese
co’ mie’ pensieri e fu’ in maggior tormento
assa’, ched i’ non fu’ al cominciamento:
8non mi valea coverta di pavese.
Allor sí piacque a Dio che ritornasse
Amico a me, per darmi il su’ consiglio.
11Sí tosto che mi vide, a me si trasse
e disse: «Amico, i’ sí mi meraviglio
che ciascun giorno dimagre e appasse:
14dov’è il visaggio tu’ chiaro e vermiglio?».
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