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Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
XXXV
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XXXV

L’Amante e Ragione.

     Languendo lungiamente in tal manera,
e’ non sapea ove trovar soccorso,
ché ’l tempo fortunal che m’era corso
4m’avea gittato d’ogne bona spera.
Allor tornò a me, che lungi m’era,
Ragion la bella, e disse: «Tu se’ corso,
se tu non prendi in me alcun ricorso,
8po’ che Fortuna è ’nverso te sí fera.
     Ed i’ ho tal vertú dal mi’ segnore
che mi criò, ch’i’ metto in buono stato
11chiunque al mi’ consiglio ferma il core;
e, di Fortuna che t’ha tormentato,
se vuogli abbandonar il Die d’amore,
14tosto t’avrò co llei pacificato».

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