< I Persiani (Eschilo-Alfieri) < Atto V
Questo testo è completo.
Eschilo - I Persiani (472 a.C.)
Traduzione dal greco di Vittorio Alfieri (XVIII secolo)
Atto Quinto - Scena ultima
Atto V


 

SERSE, CORO



Serse

Ahi me infelice! ahi me, sovra cui piomba
Destin sì atroce, e non previsto mai!
Fortuna oh quanto ai Persi cruda! ed io
Pur la sopporto? Il cor, la lena, mancanmi
Nel riveder questo senil consesso
D’orbi padri. Deh, Giove, infra quei prodi
Perchè nel campo anch’io non giacqui estinto?

Coro

Dove, o Re, dove i Forti nostri? il lustro
Del regno immenso Persico? Maligno
Invido Nume disperdeali. Chiede
Lagrimosa la Persia i giovanili
Suoi parti, cui con sì gran calca all’Orco
Sospinti ha Serse. Le migliaja a mille:
Il fior d’Asia e dell’arco; abitatori
Già d’Ecbatána, al Tartaro n’andáro.

Serse

Ahi valor chiaro! ahi?

Coro

Giace al suol prostesa
L’Asia immobile, o Re, da enorme pondo
Oppressata.

Serse

Oimé misero! e quell’io
Quell’io mi son, che il grand’eccidio adduce
Alla mia stirpe, alla mia patria terra!

Coro

Pel tuo ritorno udrai
Tutti noi schiamazzanti,
Tutti noi sospiranti;
E pianti e pianti,
Funesto suon de’ Mariandini lai.

Serse

Lugubre lagrimevole
Tetro echeggiante suono
Le labbra vostre innalzino,
Poichè scopo alla sorte invidia i’ sono.

Coro

Certo dorremci, e molto,
(Senza cessar dal venerarti pure)
Pel gran popol sepolto
Nelle invan flagellate onde secure,
Da cui tutto n’è tolto.
Piangeremo, ululeremo,
Poichè il Greco Marte avverso
Ha disperso,
Ha sommerso
In notte eterna il fior de’ Persi estremo.

Serse

A vicenda piangete,
A vicenda chiedete
Di cui saper vi aggrada.

Coro

U’ degli amici, ov’è, l’immenso stuolo?
Dove i Sátrapi tuoi? quel senza pari
Farandáce? ov’è Susa, ove Agabáte?
E Pelagóne, e Dotamánte, e Psámmi;
E Susiscáne, ond’orba essi Ecbatána?

Serse

Di Salamína in su le dure spiagge
Sospinti, estinti io li lasciai; nè tomba
Altra che il lido s’ebbero, gittati
Fuor delle Tirie navi.

Coro

Oimè! che narri?
E il buon Farnúco, e Ariomárdo prode;
E il Re Sebálce; e, invidíato padre,
Liléo; di loro, e in un ti chieggio io conto
Di Masistre, e di Táribo, e di Memfi,
E d’Istácme, e di Artémbare...

Serse

Ahi me misero!
In un conflitto tutti, all’odíoso
Cospetto ostile dell’antiqua Atene,
Infelici cadevano fra i palpiti
Di víolenta morte.

Coro

E in un con essi
Cadea fors’anco il tuo fidissim’occhio,
Quell’annoverator delle migliaja
E migliaja di Persi, Alpisto, il figlio
Di Batámoco, a Sésamo nipote,
E bisnipote a Megabáte? ivi anco,
Dimmi, lasciasti il magno Ebare? quivi
Anco Partéo lasciasti?

Serse

Oh di nemici
Fera possanza!

Coro

Ai generosi Persi
Infortunj presaghi d’infortunj
Sono il tuo dire.

Serse

In rammentarmi a nome
Lo stuol di prodi tanti, oimè! tu innaspri
Vieppiù la piaga del dolore: a brani
Squarciami il cor pietade.

Coro

E sì pur d’altri
Pianger n’è forza: il Duce egregio Mardo
Di diecimila Capo; e Zante, e il Marte
Ancáre; e i reggitori de’Cavalli
Arsáce con Diéxi, e Cigdagate,
E l’ardito Litínne, insaziabile
D’asta maestro.

Serse

Estinti, estinti;
E non sepolti in pompa, attorníati
D’alto velati carri, e di piangenti
Seguitanti guerrieri: ah no; quali vili
Saccomanni d’esercito sen giacciono
Sconosciuti; ahi, sen giaciono!

Coro

Oh lor miseri!
Oh sventurati, il perir vostro ergea
Di avversa sorte inopinato e chiaro
Monumento, qual Nemesi l’avrebbe
A di lei posta eretto.

Serse

Annichilati;
E il siam per sempre.

Coro

Annichilati: il vede
Intero il mondo: ahi nuovi danni! ahi nuovi
Danni! Oh dei Persi sventurato scontro
In quelle Jonie prore!

Serse

Una sì fatta
Armata, oimè! quasi nol credo: ahi come
Ciò avvenne!

Coro

E come no? Salvar l’armata,
Dove fian spenti i Duci?

Serse

Ecco, (tu ’l vedi)
Di cotanta mia possa ecco l’avanzo.

Coro

Il veggo, il veggo.

Serse

Questo sol turcasso...

Coro

Ahi! che di’ tu?

Serse

Sì, questo solo, e orbato
De’ dardi suoi.

Coro

Di sì gran possa ahi quale
Misero avanzo!

Serse

E ogni soccorso è al vento.

Coro

Non sfuggon dunque la battaglia i Greci?

Serse

Scogli stann’essi: e inaspettata io n’ebbi
La trista prova.

Coro

Di lor navi all’urto
Le sperperate navi nostre accenni?

Serse

Pur troppo! e in ciò veder, squarciavam’io
Disperato le vesti.

Coro

Ahi giorno! ahi sorte!

Serse

Nullo ahi si agguaglia a duol cotanto.

Coro

Ah! nullo,
Centuplicato anco foss’egli.

Serse

E il nostro
Pianto, ai nemici è gioja.

Coro

E il nervo è tronco...

Serse

E nè pur Guardie ho più...

Coro

Dai vasti flutti
Coi Fidi assorte....

Serse

Ah! pianto, e pianto, e pianto
Versate: ai Lari omai tornate.

Coro

Oh guai!
Or senza fine guai!

Serse

Gli ululi vostri,
Deh, faccian eco agli ululati miei!

Coro

Lai renderem per lai.

Serse

Funeste note
Di gemiti.

Coro

Di gemiti.

Serse

Oh sventura,
Cui niuna è pari!

Coro

Indi più intenso è il duolo.

Serse

Singhiozzate; percuotetevi
Per lo Re vostro il petto; singhiozzate....

Coro

Siam di lagrime fiumi....

Serse

E rispondetemi,
Contraccambiando fremiti con fremiti.

Coro

Questo è il pianto, o Re, che giovaci.

Serse

Pianto, pianto, pianto innalzisi.

Coro

Atra cupa gemebonda
Voce risponda dai petti squarciati.

Serse

Squarcinsi, squarcinsi:
E le funeree s’odan strida Misie,

Coro

Sepolcrali, terribili...

Serse

A norma mia svelletevi
Il folto onor dei mal canuti menti.

Coro

Svelgasi, svelgasi; e ognor più spingasi.

Serse

Urlate, urlate.[1]

Coro

Altro non facciasi.

Serse

E gli ammanti con man fere strappatevi.

Coro

Piangendo strappinsi.

Serse

E i crini sterpansi.
Dove, ahi, dove l’esercito!...

Coro

Si sterpano
I crini, sterpansi; e ognor più piangasi.

Serse

Gli occhi in lagrime stemprinsi.

Coro

Si stemprino.

Serse

Contraccambiamci gemiti con gemiti.

Coro

Ahi noi miseri! ahi miseri!

Serse

Ma tempo
È di tornarne lagrimando ai Lari.

Coro

Ahi Persia! ahi terra sventurata?

Serse

Ahi Susa!
Sciagurata cittade!

Coro

Infelicissima!

Serse

Itene lenti, piangenti, gementi.

Coro

Ahi Persia, ahi terra sventurata!

Serse

Ahi possa
Annichilata di triremi tante!

Coro

Fatti a te siam corteggio luttuoso.


Note

  1. Questo lagrimevole duetto parrà alquanto prolisso: forse ajutato della Musica riusciva più tollerabile; e a stringerlo in due parole, non viene a dir altro, se non se, Piangete, Piangiamo. Ma è uffizio del Traduttore il rendere tutto il Testo intero, senza altre mutazioni, che le indispensabili per non farsi canzonare.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.