< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LXXVI.
SALMO LXXV SALMO LXXVII

SALMO LXXVI.

1          In Iuda si palesa
     Di Dio la Maestade in fogge rare:
     Del Nome suo famoso
     In Iacob egli dà notizie chiare.
     Dentro a Salem sua dimoranza ha presa:
     Ed in Sion piantò, per suo riposo,
     Padiglion glorioso.
2          Qui mozzò dardi e strali,
     E fè d’archi spezzati alte cataste:
     Di strumenti guerrieri,
     Di scudi e spade il suol coperse e d’aste.
     Di gloria illustre lampeggiante sali
     Su’ gioghi, o Dio, de le montagne alteri,
     Di belve alberghi fieri.
3          Confusi ed inviliti,
     In sonno eterno i prodi capitani
     Involti, sofferiro
     Spoglio, nè sepper mai trovar lor mani.
     Carri e cavalli furo tramortiti,
     Qualor, Dio di Iacob, tonar sentiro
     Il minacciar tuo diro.
4          Cinto d’alti terrori

     Ti mostri al mondo e del tuo cruccio a prova
     Chi potrà starti innanti?
     Già da tener quaggiù ragione nuova
     Publicasti dal ciel bandi sonori:
     La terra s’inchinò a’ tuo’ lumi santi,
     Con silenzj tremanti.
5          Quindi salisti in trono,
     E a’ mansueti desti la sentenza
     In salute e favore,
     Per trargli fuor d’oltraggi e violenza:
     Che l’ire umane a te di gloria sono:
     Ed i rimasi de l’ostil furore
     Tu cingi di valore.
6          Al Signor nostro Dio
     Fate e pagate fedelmente i voti:
     Date al Tremendo offerte,
     Voi che d’intorno a lui state devoti.
     De’ prenzi e regi, di lor colpe in fio,
     L’alme ei vendemmia, e col terror sovverte
     Le lor grandezze incerte.

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