< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO XXVI.
SALMO XXV SALMO XXVII

SALMO XXVI.

1          Di mia ragion, Signore,
     Sie la giusta difesa,
     Da te, giudice, impresa
     Perchè di dritto core
     I’ tenni il camin fido,
     Ed in te mi confido,
     Di dar crollo, o cader, non ho timore.
2          Fa di me sperimento
     Ed accertata prova.
     Per veder ciò che cova,
     Metti il cor al cimento.
     Le reni al foco affina.
     Ch’a tua mercè divina
     Sono con gli occhi e con la mente intento.

3          Ed i sentieri piani,
     Dal vero tuo segnati,
     Ho sempre seguitati.
     D’uomini stolti e vani
     Schivo la compagnia:
     E la brigata ria
     Di que’ che son d’ogni candor lontani.
4          Degli empi a la congiura
     Ho tutti i sensi avversi,
     Nè seggo co’ perversi.
     In innocenza pura
     Le mani lavo e netto:
     E di pietoso affetto
     L’altar circondo, entro a le sacre mura.
5          Quivi gli accenti intuono
     Di tue sovrane lodi:
     E gli ammirandi e prodi
     Fatti di te risuono.
     De la tua dimoranza
     Amo, Signor, la stanza,
     Ove piantasti di tua gloria il trono.
6          Deh, non voler raccorre
     L’alma mia co’ maligni:
     Nè co’ felli e sanguigni
     La vita mi ritorre:
     Che di man violenti,
     Si lascian per presenti,
     Nel giudicar, da la ragion istorre.
7          Ma, in pura integritate,
     I’ muovo il dritto piede.
     Per tua leal mercede
     Mettimi in libertate.
     Or in ugual pianura
     Fermo pianta sicura,
     E rendo in Chiesa a Dio le lodi grate.

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