< Il Ciclope (Euripide - Romagnoli)
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Euripide - Il Ciclope (415 a.C. / 413 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1931)
Secondo stasimo
Secondo episodio Terzo episodio


un satiro

Su! Chi per primo, chi per secondo,
l’elsa impugnando di quel tizzone,
del ciglio fulgido spintolo al fondo,
l’occhio al Ciclope stritolerà?

un secondo satiro

Zitto! Sta zitto! Preso ha la cotta;
e urlando, senza garbo né grazia,
quell’arfasatto lascia la grotta.
Che stonatore! Mai schianterà!

corifeo

Su via, cantiamo qualche canzone,
ammaestriamo quel bietolone:
tanto fra poco non ci vedrà!

coro

Oh beato chi tripudia
con l’umor dolce dei grappoli,

dopo i fumi del banchetto,
steso presso a un giovinetto,
o su molle materasso
con la bella si dà spasso,
e di mirra asperso i riccioli,
canta: «Chi dunque l’uscio m'aprirà?»

ciclope
Esce ubriaco, appoggiandosi a Sileno e ad Ulisse.

Tra la la là, son pien di vino,
sono brillo pel festino:
rimpinzata è la mia stiva,
sino al ponte il vino arriva.
Primavera! L’erba fresca
fra i Ciclopi a gir m’adesca
miei fratelli, a far baldoria.
Oh forestiere, dammi l’otre qua!

coro

Esce il giovine leggiadro
fuor di casa: ah, l’occhio ladro!
Noi si piace a chi ci piace.
Per te pronta è già la face,
e una Ninfa ben formosa
nella grotta rugiadosa;
e di serti un color vario
ben presto ai crini tuoi s’avvolgerà.

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