< Il Ciclope (Euripide - Romagnoli)
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Euripide - Il Ciclope (415 a.C. / 413 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1931)
Terzo episodio
Secondo stasimo Terzo stasimo


Dalla grotta escono Ulisse, il Ciclope e Sileno. I due ultimi sono briachi fradici.

ulisse

Ciclope, ascolta, ch’io son vecchio amico
di questo Bacco ch’io t’ho dato a bere.

ciclope

Bacco! E che stima gode questo Bacco?

ulisse

D’allegrar più d’ogni altro i giorni agli uomini.

ciclope

Eh, difatti, lo rutto e vado in estasi!

ulisse

È tale il Dio: non fa male a nessuno.

ciclope

E un Dio si adatta a star chiuso in un otre?


ulisse

Si trova bene ovunque lo si collochi.

ciclope

Dentro una pelle un Dio! Non c’è decoro!

ulisse

Che fa la pelle, se ti dà sollazzo?

ciclope

L’otre l’ho in tasca, ma il licore l’amo.

ulisse

Qui resta allor, Ciclope, e bevi e sciala.

ciclope

Non debbo dunque offrirne ai miei fratelli?

ulisse

Se l’avrai solo, avrai maggior prestigio.

ciclope

Ma se l’offro agli amici, acquisto merito.


ulisse

Risse produce la baldoria, e pugni!

ciclope

Pur se brillo son io, guai chi mi tocca!

ulisse

Rimanga in casa chi ha bevuto, grullo!

ciclope

Citrullo chi non trinca in compagnia!

ulisse

Saggio chi resta, quand’è brillo, in casa!

ciclope
A Sileno.

Sileno, che si fa? Si va? Si resta?

sileno

Restiamo. Oh a che ci servono altre bocche?

ciclope

E il tappeto c’è, qui, d’erbetta fresca!


ulisse

E il calore del sole invita a bere.

sileno

Sdràiati, e stendi sulla terra il fianco.
Nasconde il boccale dietro al Ciclope.

ciclope

Oh perché dietro me poni il boccale?

sileno

Perché qualcuno non lo rubi!

ciclope

                                                  Vuoi
berlo tu di nascosto? In mezzo, mettilo!
Ad Ulisse.

E tu, foresto, dimmi il nome tuo.

ulisse

Nessuno. — E tu che grazia vuoi concedermi?

ciclope

Te dei compagni tuoi papperò ultimo.


ulisse

Bel regalo offri all’ospite, o Ciclope!

ciclope
A Sileno che beve.

Che fai lí, coso? Trinchi di nascosto?

sileno

No! Mi baciava lui perché son bello.

ciclope

Ami chi non ti vuol? Sono dolori!

sileno

Dolori, sí, se dici che non m’ama.

ciclope

Andiamo, via, colma una tazza, e dammela.

sileno

Come si mischia? Aspetta, che ricordi.

ciclope

Tu m’assassini! Dammelo cosí.


sileno

Non te lo mescerò, perdio, se prima
non t’ho veduta la corona in capo!

ciclope

Briccone d’un coppiere!

sileno

                                   Oh che! Non sono
briccone io: il vino è troppo buono!
Ma se vuoi bere, prima hai da forbirti.

ciclope
Si forbisce goffamente.

Ecco: forbiti son labbra e mustacchi.

sileno

Adesso appoggia con bel garbo il gomito,
e dopo bevi come faccio io,
e smetti come me.
Beve d’un sorso.

ciclope
                                   Ehi, ehi, che fai?


sileno

Ho fatto un sorso solo! Ah, che dolcezza!

ciclope
A Ulisse.

Piglia, foresto, sii tu mio coppiere.

ulisse

Amici son la vigna e questa mano.

ciclope

Mesci, via!

ulisse

                         Mesco: basta che tu taccia.

ciclope

Tacer col vino in corpo? È troppo dura!

ulisse

Toh, piglia, bevi, e non lasciarne gocciola:
sopra il bicchiere s’ha da lasciar l’anima.

ciclope
Briaco fradicio.

Bene mio! Fino, il frutto della vite!


ulisse

Se tu sopra un buon pranzo ne tracanni
senza risparmio, ché t’annaffi il ventre
e ti disseti, ti concilia il sonno.
Se ci vai fiacco, il vin ti dà l’arsura.

ciclope

Evviva, evviva!
Eccomi a riva! Oh pura voluttà!
Mi par che cielo e terra insiem confusi
roteïno; e di Giove il trono scorgo,
e dei Celesti le beate schiere.
Mi tentano le Grazie. E non vi voglio
baciare!
Afferra Sileno.

               Ho meco questo Ganimede
bello piú delle Grazie; e mi soddisfano
i ragazzetti meglio delle femmine.

sileno
Esterrefatto.

Ganimede sono io, dunque, o Ciclope?

ciclope

Perdio, certo! E t’involo a questo Dàrdano!

sileno
Reluttando invano al Ciclope che lo trascina.

Figliuoli miei, son fritto! Patirò
l’estremo oltraggio!


ciclope

                                   Sdegni il tuo patito?
Fai lo spocchioso perché son briaco?

sileno

Ahi! Mi torna in veleno, oggi, quel vino!
Spariscono nella spelonca.

ulisse

Su via, di Bacco generosi figli,
dentro è colui. Vinto dal sonno, presto
dal gozzo osceno erutterà la carne.
Nella caverna già la face fumiga,
e tutto è pronto: resta sol che s’arda
la pupilla al Ciclope. Uomo ora móstrati.

coro

Di sasso il cuore, d’adamante avremo.
Va’ dentro, prima che mio padre soffra
qualche nefandità. Noi siamo pronti.

ulisse
Volto al cielo.

O Signore dell’Etna, o Efesto, brucia
la pupilla fulgente al tuo vicino
empio, e una volta al fin da lui t’affranca.

E tu, figliuol dell’atra Notte, o Sonno,
profondo invadi l’odïoso mostro,
sí che non cada, Ulisse e i suoi compagni,
dopo l’iliache gloriose gesta,
per man di tal ch’uomini e Numi spregia.
O credere dovrem che il caso è Dio,
e che meno del caso i Numi valgono.
Entra nella grotta.

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