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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti italiani
IL SAGGIO DEL MARCHESINO EUFEMIO.1
A dì trenta settembre il marchesino,
D’alto ingegno perchè d’alto lignaggio,
Diè nel castello avito il suo gran saggio
Di toscan, di francese e di latino.
Ritto all’ombra feudal d’un baldacchino,
Con ferma voce e signoril coraggio,
Senza libri provò che paggio e maggio
Scrivonsi con due g come cugino.
Quinci, passando al gallico idioma,
Fe’ noto che jambon vuol dir prosciutto,
E Rome è una città simile a Roma.
E finalmente il marchesino Eufemio,
Latinizzando esercito distrutto,
Disse exercitus lardi, ed ebbe il premio.
22 luglio 1845.
- ↑ [Dalle cit. Poesie inedite; vol. I, pag. 29.] A dì ottobre 1852, dato per la strenna del signor Regli pel 1853 (Torino). — A di 24 gennaio 1853, letto ai Tiberini.
Note
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