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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti italiani
MIA VITA.1
Certo è ch’io nacqui, e con un bel vagito
Salutai ’l mondo e il mondo non rispose:
Andai a scuola, studiai molte cose,
E crebbi un ciuco calzato e vestito.
Una donna mi tolse per marito,
Scrissi versi a barella e alcune prose:
Del resto, come il ciel di me dispose,
Ebbi sete, ebbi sonno, ebbi appetito.
Stetti molti anni fra gl’impieghi assorto,
E fin che non disparver dalla scena
Amai gli amici e ne trovai conforto.
Oggi son vecchio e mi strascino appena:
Poi fra non troppi dì che sarò morto,
Dirà il mondo: “Oh reo caso! andiamo a cena.„2
30 settembre 1857.
- ↑ [Dalle cit. Poesie inedite; vol. II, pag. 24]
- ↑ Vedi [[[Mia morte#pagename384|nella pagina seguente]]] il sonetto intitolato: Mia morte.
Note
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