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Traduzione dal greco di Angelo Maria Ricci (1824)
II secolo a.C.
Questo testo fa parte della raccolta Le odi di Anacreonte e di Saffo


IN MORTE DEL CANARINO
DI FILLIDE.


Da Bione.


Spento di Fillide
     È il Canarino;
     3Ma se tra gli uomini
     Sordo è il destino,
     Oltre le ceneri
     6Lo vince Amor.
Spettro pellucido,
     Nell’ora bruna,
     9Or va su tremulo
     Raggio di luna,
     Che in croco pallido
     12Lo tinge ancor.
La sua vaghissima
     Spoglia gentile
     15Unse coi balsami
     D’eterno aprile
     Lo stesso Zeffiro
     18Che lo educò.

Degli occhi concavi
     Nelle fossette,
     21Stillò due gocciole
     Di brine elette,
     E il Sole in ebano
     24Le colorò.
Tentando il musico
     Cavo torace,
     27Talor fin trassene
     L’aura loquace
     Un fioco sibilo,
     30Che oh Dei! mentì.
Il rostro e il soffice
     Pennacchio adorno
     33D’elettro liquido
     Spruzzò d’intorno
     L’arborea. Driade
     36Che lo nutrì.
Fille, l’amabile
     Spoglia gradita
     39Tutta l’immagine
     Serbò di vita,
     E a te la dedica
     42L’industre Amor.

Quella che mancagli
     Vita sì cara,
     45Mia Fille ascoltami,
     L’avrà più chiara
     Nella memoria
     48Del tuo dolor.


FINE.

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