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Di sacri fogli a le celesti note Per saettarmi il petto il cieco dio
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Muscettola

V

ATTEONE E DIANA

Pittura di Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro

     Invan per l’ira tua, Cinzia sdegnosa,
estinto giacque in su l’etá fiorita
il bel garzon, ch’a le tue ninfe unita
ti vide ignuda ne la valle ombrosa.
     Ecco d’immortal destra opra famosa
fa che mal grado tuo ritorni a vita,
e rieda a vagheggiar con vista ardita
del tuo bel corpo ogni vaghezza ascosa.
     Ben te ravvisa minacciosa e fèra,
e pur, quasi li fosse il rischio ignoto,
non prende ad iscampar fuga leggiera.
     Ah, che ’l mortal periglio è a lui ben noto;
ma, nel mirar la tua bellezza altera,
pien di dolce stupor rimansi immoto.

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