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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Giulio Bussi


V.


Invidia rea di mille insanie accesa,
     Veggio i tuoi lampi, anzi che i tuoni ascolto,
     Ma non fia già, che sbigottito in volto
     Io de’ fulmini tuoi tema l’offesa.
5Qual folgore, che a rupe alta, e scoscesa
     Squarciando il sen scopre un tesoro accolto
     Tale, se il tuo livor barbaro, e stolto
     Lacera altrui, le altrui virtù palesa:
S’oltraggiare i migliori è tuo talento,
     10Mentre oggetto d’invidia esser degg’io
     Superbo andrò dell’ira tua contento.
E per rendere eterno il nome mio,
     Nell’aringo d’onore, a gloria intento,
     Invidia, altri ti teme, io ti desìo.

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