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Una fatica nova La fila de li cardinali
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

L’ARTE FALLITE.


     Adesso ch’è la moda ggenerale
Che ss’abbi da mutà ttutti li gusti,
E ttutto, all’occhi de sti bbelli fusti,
A ttempi antichi se1 fasceva male,

     Chi llavorava veste d’urinale,2
Ciprïa, tacchi, guardanfanti e bbusti,
Pe’ l’ingiustizzia de sti tempi ingiusti
Termina la vecchiaja a lo spedale.

     Mò nnun useno ppiù ddomenichini,3
Perché ddescenza e ppubbrico decoro
Nun zo’ ppiù mmarcanzia4 da figurini.

     Ma llassino durà sta bbella jjòjjaFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte,5
E, dde l’usanze vecchie, a ttempi lòro
Nun resteranno che ssovrani e bboja.

11 dicembre 1834

  1. Si.
  2. [Perchè allora usavano orinali di vetro, vestiti di sala come i fiaschi.]
  3. Servitori che dalle semi-dame si assumevano vestivano e pagavano nelle sole domeniche o altre feste per esserne seguite alla chiesa o al passeggio. Alla sera deponevano la livrea e tornavano alla lor libertà sino alla festa seguente.
  4. [Mercanzia: merce.]
  5. Con questa frase è come si dicesse: “Un po’ più che questa storia la duri,„ ecc.

Note

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