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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
L'ASSCIUTTA1 DER 34
C’è antro2 da penzà cche a ffà li pianti
Perchè nnun piove in nell’Agro-romano,
Perchè la secca manna3 a mmale er grano,
E pperchè mmoriremo tutti quanti.
Questi sò ttutti guai pe’ l’iggnoranti.
Quello che ddeve affrigge4 oggni cristiano
È cch’er Zagro Colleggio nun è ssano5
E ccià ttredisci Titoli vacanti.6
Su’ Santità vorebbe provedelli,
Ma, ffra ttanti prelati, indove azzecchi
Pe’ ddà le teste a ttredisci cappelli?
Però, cquanno de mejjo nun ze trovi,
In ner pesà li cardinali vecchi
Sc’è7 da pijjà ccoraggio pe’ li novi.
27 aprile 1834
- ↑ La siccità.
- ↑ C’è altro.
- ↑ Manda.
- ↑ Affliggere.
- ↑ Non è intiero.
- ↑ Nessuno ignora ogni cardinale essere incardinato ad una chiesa, donde trae il suo Titolo.
- ↑ Ci è.
Note
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