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L'affari de la finestra La faccenna de premura
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA BBÒTTA DER ZOR PIPPO

     Te ggiuro, Anna Maria: quanno er padrone
Se1 vortò a bboccasotto su cquer letto,
E cquel cirusicaccio mmaledetto
Se messe2 a pprincipià l’operazione,

     Me fesce un’impressione, un’impressione
Che mme sentii com’una bbòtta in petto:
Me s’appannò la vista, e ffui costretto
D’arrèggeme3 tremanno a un credenzone.

     Nun bisoggnava èss’ommini4 ma ssassi
Pe’ vvedé sfraggellajje, poverello!,
Tutt’er confin de li paesi bbassi.

     Quer mascellaro5 sce ficcò er cortello,
Che ppareva, per cristo, che ttajjassi6
’na fetta de cularcio o de scannello.

25 settembre 1835

  1. Si.
  2. Si mise.
  3. Di reggermi.
  4. Essere uomini.
  5. Macellaio.
  6. Tagliasse.

Note

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