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Ar Tenente de li scivichi L'acqua rumatica
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LA BBELLA GGIUDITTA

     Disce l’Abbibbia Sagra che Ggiuditta
Doppo d’avé ccenato co’ Llionferne,
Smorzate tutte quante le luscerne
Ciannò a mmette er zordato a la galitta:

     Che appena j’ebbe chiuse le lenterne1
Tra er beve e lo schiumà dde la marmitta,
Cor un corpo2 da fia3 de Mastro Titta
Lo mannò a ffotte in ne le fiche eterne:

     E cche, agguattata la capoccia,4 aggnede5
Pe’ ffà la mostra ar popolo ggiudio
Sino a Bbettujja co’ la serva a ppiede.

     Ecchete come, Pavoluccio mio,
Se pò scannà la ggente pe’ la fede,
E ffà la vacca pe’ ddà ggrolia a Ddio.


Roma, 14 ottobre 1831 - D’er medemo

  1. Gli occhi.
  2. Colla o stretta: colpo.
  3. Figlia.
  4. Nascosto il capo.
  5. Andò.

Note

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