Questo testo è stato riletto e controllato.
Ahi mondo, ahi senso! or ve' qui tanti e tanti Quand'io ti bacio, allora
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona

XXIII

NEL PETTINARSI

     La bella Elisa arava
con terso eburneo vomere dentato
campi d’oro animato.
L’era un garzone a canto,
che i rotti stami ad uno ad un cogliea
e in sen gli nascondea.
Rise ella e disse: — Inutili capegli
a che tu serbi? — Ed egli:
— Quinci ordisco le corde a l’arco mio,
quinci le reti ond’io
impiago l’alme ed imprigiono il core.
Sappi ch’io sono Amore. —

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.