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Le còllere Er marito assoverchiato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LA CHIACCHIERONA.

     Ma io vorìa1 sapé sta sciarlatana
Che2 ppormoni se tiè ddrent’ar budello,
E cchi è stata la porca de mammana
Che cquanno nacque je tajjò er filello.3

     Nun è ita a ddì in pubbrica funtana
C’a mmé nnun me s’addrizza ppiù l’uscello?!
Che mm’imbrïaca una fujjetta sana?!
Ch’io nun zò bbono a mmaneggià er cortello?!

     Lassela capità sott’a cquest’uggne,4
E lo sentirà llei, per dio sagrato,
Che cce s’abbusca5 a ffrabbicà6 ccaluggne.

     No,7 la rabbiaccia che mme passa er core
Ecco qual è: cche llei m’abbi toccato
In ner debbole mio ch’è ssu l’onore.

16 marzo 1834


  1. Vorrei.
  2. Che razza di, ecc.
  3. Il «filetto» o «Scilinguagnolo».
  4. Ugne ed ogne, per «unghie».
  5. Cosa ci si busca.
  6. Fabbricare.
  7. No, cioè «null’altro».

Note

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