Questo testo è incompleto.
Er Zervitor de piazza, er Milordo ingrese, e er Vitturino a nnòlito La commedia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

stantino.]      29 [Voluto intendere, inteso di dire.]      30 [Così si risponde sarcasticamente, quando non si vuol ripetere quel che s'è detto prima, e che non può piacere all'interrogante. — Assóggna: sugna.]


LA COLONNA DE PIAZZA-COLONNA

     Ma cch’estro ha da vienì a ’no scarpellino
De stampà le colonne a cresceccala,
Come jerzera tu fascessi in zala
Co cquer rotolo tonno de scerino!

     Sti pupazzetti poi vestiti in gala
Sò ttutte l’Arte antiche: c’è er rotino,
Er barcarolo, er muratore, e inzino
La ggente co’ la sega e cco la pala.

     Ce sò puro le forche, li tormenti,
La Carestia1 cór Zanto Madrimonio
E tutti l’antri sette Sagramenti.

     Pare fatta per arte der demonio!
Eppuro nò, cchè in diesci ggiorni o vventi
La bbuttò ggiune un certo Mastr’Antonio.2


Roma, 23 ottobre 1831 - De Pepp’=== no match === er tosto

  1. Eucaristia.
  2. Colonna Antonina.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.