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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LA CREMENZA MINCHIONA
Ch’er Papa, co’ l’annà ttanto bberbello1
Contr’a li ggiacubbini de la setta,
Se possi2 conzervà Rroma soggetta,
Ciò le mi’ gran difficortà, ffratello.
Eh ssi fuss’io, pe’ cquanto?, pe’ un’oretta,
Governator de Roma e bbariscello,3
Vederebbe oggni suddito ribbello
Cosa se4 chiama ar Monno aspra vennetta.
’Na bbrava manettata lesta lesta,
Un proscessaccio, e, appena condannati,
Sur carretto, e ppoi subbito la testa.
E ppe’ incùte5 a la setta ppiù ppavura,
Doppo avelli accusì gghijjottinati
Je darebbe6 una bbona impiccatura.
6 settembre 1835
Note
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