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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
UN INZOGGNO1
Me so’2 fatto un inzoggno. Me pareva
D’èsse3 creato Papa in ner Concrave,
E mme vienissi4 avanti Adamo e Eva
A pportamme5 un bastone e un par de chiave.6
Poi me pareva de stà in pizzo7 a un trave,
E un omo sceco8 me dassi9 la leva;
E mme trovavo solo in d’una nave
Che un po’10 mme s’arrenava e un po’ ccurreva.
Poi me pareva d’avé ccento bbraccia,
Novantanove pe’ ttirà cquadrini
E uno pe’ ddà indietro carta-straccia.
Cqua ssento come un sparo de cannone;
Me svejjo abbraccicato11 a li cusscini,
E in cammio d’èsse12 Papa ero un cojjone.
6 settembre 1835
- ↑ Un sogno.
- ↑ Mi sono.
- ↑ D’essere.
- ↑ Venisse.
- ↑ Portarmi.
- ↑ Un paio di chiavi.
- ↑ Sulla estremità.
- ↑ Cieco.
- ↑ Mi dasse.
- ↑ Talora.
- ↑ Mi sveglio abbracciato.
- ↑ In cambio.
Note
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