Questo testo è incompleto.
San Marco e 'l doge, san Giuvanni e 'l giglio Bartolo e Berto, come Carlo in Francia
Questo testo fa parte della raccolta XXIV. Pieraccio Tedaldi

XXII

Conforta la gente atterrita per una crudele pestilenza.

La crudel Morte, nimica di vita,
ne vien feroce sotto sua bandèra,
e mena seco una gran turba e schèra,
4che de l’umana gent’ell’ha rapita;
e dat’ha lor si fatta gran ferita,
che fatto ha, di lor bella, brutta céra:
cosí ad uno ad un ci vitupèra,
8tant’è verso di noi infellonita.
Però consiglio ognuno lo può fare,
che si dia tempo, e stia allegro e sano,
11e lasci la fortuna trapassare:
ché talor molto corre chi va piano;
ciascun procacci ben bere e mangiare,
14non dispiacendo a Dio signor sovrano.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.