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Er pupo Er bon core de zia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA DATÌVA RIDDOPPIATA

     Riddoppià le datìve senz’editto!
E a cchi ss’incoccia a nnun volecce crede,1
Àprijje un tiratore e ffajje vede2
Un scàccolo de carta manoscritto!

     Ah, cqua, pper dio!, nun ze3 cammina dritto!
E ppe’ ppiantà le cose su sto piede
Ce vò4 un Papa nimmico de la fede
Ppiù der re Ffaraone de l’Iggitto.

     Un galantomo che ss’è mmesso a pparte
Er zòlìto ssciroppo,5 in cuncrusione
Mó le mezz’once l’aritrova quarte.

     Hanno raggione lòro, hanno raggione.
Tutt’er torto l’ha aùto Bbonaparte
Che nun ha ffatto lavorà er cannone.

20 settembre 1835

  1. Si ostina a non volerci credere.
  2. Fargli vedere.
  3. Non si.
  4. Ci vuole.
  5. Sciroppo, cosa grave a sofferirsi, come in questo caso una tassa.

Note

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