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Regole contro l'imbriacature Li canali
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA FAVOLA DER LUPO

     C’era una vorta un lupo, che sse messe1
Una pilliccia e ddiventò ppastore,
Tarmentechè le pecorelle istesse
S’ainaveno2 a ubbidillo e a ffàjje onore.

     Ma un canóne mastino, che pper èsse3
De ppiù bbon naso lo capì a l’odore,
Cominciò a ddì a l’orecchia a cquelle fesse:4
“L’amico è llupo, e vvò mmaggnavve er core.„

     Le pecore strillorno a ppiù nun posso;
Ma er lupo pe’ ccarmà la ribbijjone
Mostrò li denti e tte je diede addosso.

     Che ffesceno ste pecore frabbutte?5
Disseno: “Er cane, er cane è er zussurrone„:
E llì d’accordo a mmozzicallo tutte.

3 giugno 1835

  1. Si mise.
  2. Si affrettavano premurosamente.
  3. Per essere.
  4. Sguaiate.
  5. Disleali.

Note

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