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Una svista Questo ggià lo sapémio dar decane
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1839-1942

LA FESTA SUA

     A pproposito! Adesso che cce1 penzo,
Me pare, si2 nun sbajjo, che ddimani
A la Minerba3 li domenicani
Accènneno4 li lumi a ssan Vincenzo.

     Figùrete la folla de cristiani
E ssi5 cche ssorte de concorzo immenzo
Annerà ddomatina a ddà l’incenzo
Ar zor padre canonico Tizzani!

     Ebbè, nnell’incenzallo hanno raggione,
Perchè cquer Reverènno è un zantarello
E ha ’na testa che mmanco Salamone.

     Lui, o cce vadi6 er ricco o er poverello,
Fa bbone grazzie a ttutte le perzone,
E indovunque lo tasti è ssempre quello.

5 aprile 1839

  1. Ci.
  2. Se.
  3. A S. Maria sopra Minerva.
  4. Accendono.
  5. Se.
  6. Ci vada.

Note

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