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Una ne fa e ccento ne penza Vent'ora e un quarto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA FIACCONA

     Tutacciaccia,1 lavora; e ccento mila!
Fa’ cche tte movi ppiù, ccore mio bbello,
Che tt’acchiappo2 p’er ciuffo e tte sfraggello
Quer gropponaccio inzin che tte se sfila.

     Inzomma, un po’ la scusa de la pila
Che vva de fora, un po’ cquesto e un po’ cquello,
’ggni tantino se3 pianta er filarello,
Se4 spasseggia pe’ ccasa, e nnun ze5 fila.

     Come jjeri: finì un pennecchio solo,
E tutt’er zanto ggiorno a la finestra
A ffà la sciovettaccia sur mazzolo.

     Che ggran rare bbellezze da mostralle!
Vorìa6 che tte piovessi7 una canestra
De furmini e ssaette su le spalle.

15 gennaio 1835

  1. Tuta: Gertrude.
  2. Ti afferro.
  3. Si.
  4. Si.
  5. Si.
  6. Vorrei.
  7. Ti piovesse.

Note

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