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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA FUNZIONE DER ZABBITO-SANTO
Oh! io dico pe’ mmé cch’er giudïolo
Che ssiconno1 lo stile de l’antr’anni
Sabbito battezzorno a Ssan Giuvanni,2
Nun abbi avuto un battesimo solo.
Sarìa ggiudizzio de tené un fijjolo
Drent’a li Cacatummeni3 a li danni
De tutta la caterba4 de malanni
Che vve lo ponno fà mmorì ebbreolo?
Un accidente5 solo, Iddio ne guardi,
Che ppijjassi6 a quer povero allevìmo,7
Farìa pentì dde bbattezzallo tardi.
Pe’ cquesto io ve discevo, Sor’Antonia,
Ch’er battesimo veroè cquello primo,
E in ner Zabbito-santo è ccirimonia.
4 marzo 1834
- ↑ Secondo.
- ↑ Il sabato-santo nella Basilica Lateranense si amministrano tutti e sette i sagramenti della Chiesa, si consagrano l’acqua e l’olio, e si praticano molte e lunghissime altre belle cerimonie.
- ↑ I Catecumeni: ospizio d’istruzione de’ neofiti, in S. Maria a’ Monti.
- ↑ Caterva.
- ↑ Accidente, nel senso di apoplessia, vocaboletto che occupa la quarta parte del discorso de’ popolani di Roma.
- ↑ Pigliasse.
- ↑ Allevìme, termine buccolico della campagna di Roma: “allievo.„
Note
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