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Er cardinale bbono Er padrone scoccia-zzarelli
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1846

LA GABBELLA DER ZABBITO SANTO

     “Già er prete su da noi cià1 bbenedetto,
E la Siggnora j’ha ddat’un testone.„
“Nun c’è mmale, nun c’è: mma er mi’ padrone,
Ch’è pprete puro lui, je dà un papetto.„

     “Cicco cqua, ccicco llà,2 co’ sto ggiretto
La sora3 Sagrestia fa un bel mammone.„
“Ma er chirichetto, che nun è ccojjione,
Tiè la su’ parte ariservata in petto.

     Siccome tutto va in nell’acqua santa,
Er prete come vôi che ffacci er conto
Si ssò vventi, o ssò ttrenta, o ssò cquaranta!

     Quell’antro,4 dunque, c’ha er zecchietto in mano,
A ’ggni sscenta5 de scale è bbell’e ppronto
A spartìsse6 l’incerti cór piovano.„

11 aprile 1846

  1. Ci ha. Dicesi comunemente de’ maiali.
  2. Cicco qua, cicco là, il porcello s’ingrassa.
  3. Signora.
  4. Altro.
  5. Ad ogni discesa, ecc.
  6. Spartirsi.

Note

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