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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA GGIRÀNNOLA DER 341
Ce fussi2 a la ggirànnola jjerzera?
Ma eh? cche ffuntanoni! eh? cche scappate!
Quante bbattajjerie!3 che ccannonate!
Cristo, er monno de razzi che nun c’era!
E la vedessi4 quela lusce nera
C’ussciva da le fiamme illuminate?
Nun paréveno furie scatenate
Che vvienissin’5 a ffà nnas’e pprimiera?6
E ll’Angelo7 che stava in de l’interno
De quer fume co’ ttutto er zu’ palosso,8
Nun pareva un demonio de l’inferno?
E ’r foco bbianco? e ’r foco verde? e ’r rosso?
Disce9 che inzino a cquelli der Governo
Je parze10 avé sti tre ccolori addosso!11
4 aprile 1834
- ↑ La girandola fu incendiata la sera di lunedi 31 marzo 1834, seconda festa di Pasqua, al cospetto delle LL. MM. del Regno delle due Sicilie.
- ↑ Ci fosti.
- ↑ Le batterie sono qui dette dal popolo battaglierie.
- ↑ Vedesti.
- ↑ Venissero.
- ↑ Giuoco di carte, che si eseguisce in molti con gara di scommesse.
- ↑ La statua di S. Michele Arcangiolo. Vedine il Sonetto...
- ↑ Spada.
- ↑ Dicono.
- ↑ Parve.
- ↑ Pretendono alcuni male informati che il Governo in quell’adunataccia di popolo sospettasse di alcun fastidio politico.
Note
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