Questo testo è incompleto.
Er Padrone padrone La gatta-morta
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LA GOVERNANTE DER GOVERNATORE.1

     Bbrava, evviva la sora Micchelina
Co’ l’armata de tutte le miggnotte!
Facci de grazzia,2 eh lei: dico, stanotte
4S’è inzoggnata mai-mai d’èsse reggina?3

     Ma ssa cche jj’ho da dì? Ttiengo una bbotte
de me-ne-frego-tanto ggiù in cantina;
e cqui ar commanno mio sciò4 stammatina
8’Na saccocciata de vatt’-a-fà-fótte.5

     Vò ir rispetto! je pijja6 ’na tropèa!7
E mme fa spesce8 a mmé de Monziggnore,
11Che ccavarca9 sta razza de chinea.

     Me fate caccià vvia? Sai che ddolore!
Tanto10 che ffrutta ppiù la riverèa11
14Cuanno che nun è ppiù Ggovernatore?12

28 gennaio 1838.

  1. Monsignor Ciacchi. Nei versi si fa parlare Paolo, il di lui cocchiere.
  2. Faccia grazia.
  3. Sarebbesi forse sognata d’essere regina?
  4. Ci ho, per semplicemente “ho.„
  5. Precise parole di Paolo.
  6. Gli pigli, per “le pigli, la colpisca, ecc.„
  7. [Tropèa, nel senso proprio, è un temporale improvviso che sopravviene in estate dopo una lunga serie di belle giornate. Nel metaforico, è “una sbornia di quelle che non fanno trovar più la strada per tornare a casa.„]
  8. Mi fa specie, [maraviglia].
  9. Cavalca.
  10. Perchè poi finalmente.
  11. [Livrea. Ci annettono l’idea di riverire.]
  12. Avvisato per la porpora al prossimo concistoro, dell’8 febbraio 1838. [Che però si tenne il giorno 12, e il Ciacchi vi fu realmente pubblicato cardinale, lasciando così il posto di Governatore di Roma e Direttor generale di polizia di tutto lo Stato: posto che era una vera cuccagna per i servitori.]

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.